Quando le temperature scendono lievemente, la luce si fa più calda e le giornate si accorciano, il mondo del golf si trasforma: i campi assumono una bellezza particolare che va oltre il semplice sport. L’autunno è una stagione perfetta per concedersi una partita immersi nella natura, ecco perché.
Le foglie degli alberi che costeggiano fairway e green passano dal verde brillante a tonalità di giallo, arancio, rosso e bronzo: un “tappeto” cromatico che incornicia ogni buca.
L’aria è più fresca, l’umidità spesso diminuita: le condizioni risultano più piacevoli rispetto alle giornate estive torride.
I campi sono meno affollati, e si ha spesso l’impressione di giocare in tranquillità, con un ritmo più lento, più rilassato.
Le ombre si allungano, la luce laterale al mattino o al pomeriggio mette in risalto rilievi, bunker, contorni: la conformazione del terreno si percepisce meglio.
Le piante e i boschi attorno al campo assumono maggiore rilievo visivo: fairway lineari circondati da alberi vale più di semplice prato.
Le condizioni di manutenzione spesso sono ottime, perché l’usura estiva è superata e la stagione invernale non è ancora iniziata: il prato è “maturo” per una buona prestazione.
Le mattine possono essere fresche, e magari con rugiada o anche nebbia nei campi che si trovano in zone basse o vallive: la visibilità può risultare ridotta.
Le foglie cadute possono alterare la percezione del valore visivo delle buche e magari nascondere i contorni del rough o dei bunker: serve un pizzico di cautela.
È bene vestirsi a strati: si parte con temperatura bassa e spesso si riscalda durante il giro.
Un round autunnale non è solo una partita: è un’esperienza sensoriale. Camminare tra fairway bordati da alberi dai colori caldi, respirare l’aria tersa, sentire il suono delle foglie che scricchiolano e ammirare il gioco della luce tra alberi e laghetti… tutto contribuisce a far sì che non sia solo golf, ma anche un momento di piacere estetico e rilassamento.
Notizie dal campo
Vincitore: Michael Brennan
Data: Domenica 26 ottobre 2025
Location: Black Desert Resort Golf Course, Ivins, Utah
Michael Brennan, giocatore invitato con sponsor exemption, ha fatto parlare di sé chiudendo con un giro finale in −5 (66) per portarsi al titolo con quattro colpi di vantaggio. Q
ua prima vittoria nel PGA Tour in carriera, e l’ha ottenuta proprio nella sua prima partecipazione da professionista sul circuito maggiore.
Con questo successo, Brennan guadagna anche una esenzione per due anni su questo circuito.
Il distacco ampio finale testimonia quanto bene Brennan abbia digerito la pressione nel giorno decisivo.
Il fatto che fosse un invito (“sponsor exemption”) rende la vittoria ancora più speciale e rara nel panorama del PGA Tour.
Alcuni giocatori notabili hanno reso bene: ad esempio Zac Blair, con un finale solido, si è piazzato nella top-20.
Il circuito PGA acquisisce un nuovo nome “da cuore” da seguire: vincere subito alla prima occasione è evento poco comune.
Brennan, oltre alla gloria, ottiene stabilità e la possibilità di pianificare una stagione piena nel tour senza dover passare per tornei di qualificazione.
Rimane da vedere come gestirà la pressione e le aspettative future, ora che il suo nome è ufficialmente nel tabellone dei vincitori del PGA Tour.
Sull’altro fronte, il circuito europeo (DP World Tour) offre due notizie degne di nota: la conclusione della fase “Back 9” della stagione regolare con l’ultimo evento (Genesis Championship in Corea), e soprattutto la vittoria di Junghwan Lee domenica scorsa.
Lee, al suo sesto torneo sul DP World Tour, ha ottenuto il suo primo successo sul circuito maggiore. Nonostante fosse partito la domenica con un margine da recuperare, ha saputo rimontare grazie a una serie di birdie, salvo un bogey iniziale, e chiudere in 11 sotto par. Il suo giro finale include una serie impressionante di birdie consecutivi, e anche un birdie decisivo all’ultima buca per mettere il segno sul risultato da battere.
Il Genesis Championship è stato l’ultimo evento della stagione europea “Back 9”, ovvero l’ultima opportunità per consolidare la posizione nella classifica (Race to Dubai). I risultati di questa gara hanno avuto grande peso per chi stava lottando per mantenere il diritto a giocare nel 2026 oppure per qualificarsi per la fase finale del circuito (“Play-offs”).
Tra gli “sfortunati”, alcuni giocatori noti hanno perso il diritto al tour, mentre Adam Scott ha ottenuto la sua salvezza con un’ottima prestazione.
Il “nono buco” del percorso è emerso come il più difficile del torneo, con una media sopra il par e capace di influenzare la classifica finale. Hideki Matsuyama è uno dei giocatori che ha affrontato bene quel tratto.
La vittoria di Lee è vista come un segnale di talento emergente in Asia, e la sua prestazione in condizioni di pressione può dare fiducia per future apparizioni.
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