Tra tutti gli sport, pochi riescono a combinare salute fisica, equilibrio mentale e vita sociale come il golf. È una disciplina che non conosce età, unisce movimento e concentrazione, e soprattutto regala momenti di condivisione autentica con gli amici, all’aria aperta.
In un mondo sempre più veloce e digitale, il golf sta riscoprendo il suo valore più profondo: fare bene al corpo e all’anima.
Molti lo sottovalutano, ma giocare a golf è un vero allenamento completo.
In una partita di 18 buche si camminano in media tra 7 e 10 chilometri, spesso su terreni collinari, con dislivelli e superfici variabili. Questo significa bruciare fino a 1.200 calorie in modo naturale e piacevole, senza la fatica di una corsa o di un allenamento in palestra.
Inoltre, il golf stimola la coordinazione, l’equilibrio e la concentrazione: ogni swing richiede controllo del respiro, postura corretta e precisione mentale.
Uno studio pubblicato dal British Journal of Sports Medicine ha evidenziato che chi pratica golf regolarmente riduce del 40% il rischio di malattie cardiovascolari, e vive in media cinque anni più a lungo rispetto a chi non pratica attività fisica costante.
Giocare a golf significa anche trascorrere ore immerse nel verde, respirare aria pulita, ascoltare i suoni della natura.
I campi da golf sono spesso luoghi di grande bellezza, dove il tempo sembra rallentare. Passeggiare su un fairway al mattino o osservare un tramonto sul green è una forma di ecoterapia, cioè di benessere naturale generato dal contatto con l’ambiente.
È dimostrato che l’esposizione regolare a paesaggi verdi riduce i livelli di stress e migliora la qualità del sonno. E quando il “campo” diventa il tuo luogo di relax, anche la performance ne beneficia.
Il golf è uno sport sociale per eccellenza. Non importa il livello o l’età: tutti possono giocare insieme, condividere risate, sfide e momenti di calma tra una buca e l’altra.
Le 4 ore passate su un campo diventano un’occasione per chiacchierare, scherzare e costruire legami veri — qualcosa che raramente accade in altri sport.
Non è un caso che tanti rapporti di amicizia (e anche d’affari!) nascano proprio su un tee di partenza.
Un altro aspetto straordinario del golf è la sua accessibilità: lo può praticare chiunque, dai bambini agli anziani.
Non richiede esplosività o forza estrema, ma equilibrio, concentrazione e costanza. Per questo è uno degli sport più consigliati dai medici per chi vuole mantenersi attivo senza stressare le articolazioni.
Molti ex atleti di sport più intensi si avvicinano al golf proprio per questo: offre la possibilità di restare in forma, in compagnia e in un ambiente sereno.
Alla fine, il golf non è solo un gioco. È un’esperienza completa di vita lenta, amicizia e natura.
Ti insegna la pazienza, la calma, il rispetto del silenzio e degli altri. Ti fa scoprire il piacere del camminare, del respirare e del condividere un sorriso dopo un bel colpo (o anche dopo un colpo andato male).
Il golf è il perfetto antidoto alla frenesia quotidiana: un modo per ritrovare equilibrio, divertirsi e stare bene — con se stessi e con gli amici.
Notizie dal campo
Il trionfo di Tommy Fleetwood in India
Il mondo del golf internazionale ha rivolto lo sguardo verso l’India nel weekend dal 16 al 19 ottobre 2025, quando si è disputata la prima edizione del prestigioso torneo DP World India Championship, co-sanzionato dal DP World Tour e dal Professional Golf Tour of India (PGTI).
Ecco un resoconto dettagliato dell’evento, delle sue implicazioni e dell’esito finale.
Il torneo è stato annunciato come una «momento storico per il golf indiano», grazie a un montepremi di 4 milioni di dollari, il più alto mai offerto in un evento del DP World Tour disputato in India.
Si è svolto sul leggendario campo del Delhi Golf Club (sede del “Lodhi Course”) a Nuova Delhi — una location che unisce storia (monumenti della dinastia Lodhi), design internazionale (ridisegno targato Gary Player Design nel 2019) e prestigio.
Il torneo entra nella seconda “fase” della stagione del DP World Tour, la cosiddetta “Back 9” del percorso verso la Race to Dubai.
Questo evento rappresenta sia un segnale della crescente rilevanza dell’India come sede di grandi eventi golfistici internazionali, sia un’opportunità per i professionisti indiani di confrontarsi con il top mondiale.
Il formato è quello tradizionale: 72 buche stroke play con taglio dopo le prime 36 buche.
Nelle giornate finali, la tensione è stata alta: il giapponese Keita Nakajima guidava la classifica prima dell’ultimo giro, ma l’inglese Tommy Fleetwood ha piazzato una splendida rimonta nel 4° turno, culminando con 22-sotto il par per la vittoria.
Nel round finale, Fleetwood ha realizzato una serie di birdie (inclusi tre consecutivi nella front-nine) che gli hanno consentito di distanziare Nakajima e chiudere in sicurezza.
L’emozione maggiore: Fleetwood ha celebrato il successo insieme al figlio Frankie sul green della 18, rendendo il momento non solo sportivo ma anche personale.
Classifica finale: Tommy Fleetwood – vittoria con -22; Keita Nakajima – secondo a due colpi; altri top player nel field.
Il montepremi: la somma da 4 milioni di dollari ha elevato il profilo dell’evento e l’ha reso appetibile per il circuito internazionale.
Impatto per l’India: l’organizzazione dell’evento ha segnato un passo avanti per il paese nel mondo del golf professionistico, mettendo in luce capacità ospitative e potenzialità del golf indiano.
Per i giocatori indiani: caldo riflettore su di loro, opportunità di crescita e visibilità internazionale; anche se i vincitori sono stranieri, la partecipazione e competizione internazionale rende il tutto più stimolante per il movimento locale.
Il Lodhi Course del Delhi Golf Club si distingue per eleganza e difficoltà: fairway alberati, tee box e green ben protetti, e una cornice storica che rende il campo unico.
Le condizioni meteo e le buche chiave (ad esempio il 17° nel finale) hanno fatto la differenza, premiando precisione e nervi saldi più che potenza pura.
Il fatto che il torneo fosse nuovo e “da inaugurare” ha aggiunto una componente di imprevedibilità: un campo che non era stato sfruttato da anni a livello top-tour ospitando l’evento internazionale.
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