Il golf è un gioco di precisione, di equilibrio e di mente. Ma è anche un mondo ricco di piccoli rituali, scaramanzie e gesti ripetuti che i giocatori – professionisti e amatori – portano con sé buca dopo buca. Nonostante la tecnologia, le statistiche e gli allenamenti scientifici, il golf continua ad avere un’anima profondamente rituale. Perché? Perché quando ogni colpo può cambiare un giro intero, la mente cerca stabilità, controllo e conforto anche nei dettagli più curiosi.
Prima ancora delle superstizioni vere e proprie, la maggior parte dei golfisti coltiva una routine di gioco ferrea: un numero preciso di swing di pratica, un respiro profondo sempre uguale, il modo in cui impugnano la mazza o in cui si allineano alla palla.
Queste sequenze servono a “riportare il cervello in zona” e a creare un’illusione di controllo in un gioco dove l’imprevisto è la norma. Ogni giocatore, dal tour all’amatore della domenica, ha la propria formula.
Nel golf bag di molti giocatori c’è sempre qualcosa che non ha nessuna funzione tecnica… ma ha un valore emotivo enorme.
Tra gli oggetti più comuni:
monetine speciali per marcare la palla (spesso portafortuna regalati da qualcuno);
tee di un colore preciso, usati solo per i colpi più importanti;
palline fortunate, da usare finché non finiscono nell’acqua (e lì finisce anche la fortuna);
piccoli ciondoli o ricordi personali nascosti nelle tasche.
Le monetine in particolare sono protagoniste di molte superstizioni: c’è chi usa sempre la stessa, chi ne ha una per i par 3 e una per i par 5, chi la gira da un lato preciso in base all’andamento del giro.
Una delle superstizioni più diffuse è quella del don’t change a winning ball: se con una pallina fai birdie, la tieni finché il giro non si rompe.
È un modo di rendere tangibile il “flow”, come se la pallina avesse una sorta di energia positiva.
Altri, al contrario, cambiano immediatamente una palla con cui hanno fatto un brutto errore, come se potesse portarsi dietro la sfortuna.
Il golf è pieno anche di rituali estetici:
la camicia “fortunata” da torneo;
il cappellino che si indossa solo nelle gare;
il guanto nuovo usato soltanto per il primo tee.
Alcuni professionisti sono famosi per le loro abitudini: Tiger Woods con il suo rosso della domenica, Jordan Spieth che parla con la palla, Jim Furyk che si sistema il cappello sempre allo stesso modo.
Molti golfisti hanno un numero preferito stampato sulle loro palline (1, 3 o 7 sono i più popolari).
C’è anche chi segna la palla con puntini, frecce o simboli sempre identici, come una sorta di talismano grafico che dà sicurezza al momento di impostare il putt.
Al di là della magia, i rituali hanno un vero effetto psicologico:
riduzione dell’ansia: un gesto ripetuto attenua la pressione;
focus: la mente si concentra sul rituale e non sulla paura dell’errore;
continuità: forniscono un senso di stabilità in un gioco che vive di mille variabili;
autoefficacia: sentirsi “in controllo” migliora realmente la performance.
Le ricerche sullo sport mostrano che i rituali – anche quando irrazionali – aiutano a migliorare la sicurezza e quindi il gesto atletico.
Il golf rimane uno sport tecnico, logico, misurabile. Ma è anche uno sport dell’anima, dell’istinto e della mente.
E forse è proprio per questo che un portafortuna in tasca, una routine identica prima del drive o una monetina speciale sotto la pallina possono fare la differenza.
Perché, in fondo, ogni golfista sa che tra razionalità e superstizione c’è sempre un fairway da attraversare.
Notizie dal campo
La scena giovanile del golf italiano continua a mostrare grandi promesse, e novembre 2025 è stato un mese ricco di emozioni e traguardi importanti.
Domenica 16 novembre, al Golf Nazionale, si è disputata la finale nazionale del circuito “Saranno Famosi 2025” nella categoria Pulcine, e a distinguersi è stata Greta Borroni, che ha conquistato il titolo con una prestazione brillante e costante su tutto il percorso. La giovane campionessa ha dimostrato grande talento, precisione e sangue freddo, confermando il suo status di promessa del golf italiano.
Non meno atteso è l’impegno di Leonardo Laserra, che rappresenterà la Lombardia al Trofeo delle Regioni, in programma il 29-30 novembre 2025 presso il prestigioso Marco Simone Golf & Country Club. Leonardo avrà l’occasione di confrontarsi con i migliori giovani golfisti d’Italia, mettendo alla prova le sue capacità in una competizione di alto livello.
Questi risultati confermano l’ottimo stato di salute del golf giovanile nel nostro Paese, con atleti capaci di combinare tecnica, concentrazione e passione per uno sport che continua a crescere in popolarità. Greta e Leonardo sono esempi di dedizione e talento, e rappresentano senza dubbio i protagonisti del futuro del golf italiano.
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